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Disfagia

Le consistenze dei pasti nella disfagia: è importante utilizzare termini standardizzati a livello internazionale

Disfagia

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Le consistenze dei pasti nella disfagia: è importante utilizzare termini standardizzati a livello internazionale

Un linguaggio internazionale comune permetterebbe la migliore gestione dei pazienti di ogni Paese e alle ditte produttrici di alimenti per disfagici di disporre di uno standard a cui attenersi e da indicare anche nelle etichette di vendita.

Il cibo, durante la deglutizione è sottoposto a spinte muscolari, passaggi in strettoie anatomiche e gradienti di pressione che, in situazioni fisiologiche, vengono facilmente superati dalla combinazione di coordinati movimenti muscolari e lubrificazione salivare ma che, nel paziente disfagico sono compromessi per alterazioni neuromuscolari o anatomiche.

Uno dei cardini della riabilitazione della disfagia è scegliere la consistenza e le caratteristiche reologiche ideali dei cibi in base alla disabilità del paziente. Tale presidio riabilitativo ha il vantaggio di essere immediatamente attuabile non richiedendo un trattamento diretto sul paziente. Nondimeno chi si occupa dell’alimentazione del paziente disfagico deve essere formato al riconoscimento delle consistenze e sulle modalità con cui possono essere modificate in quanto l’elaborazione della consistenza degli alimenti può voler dire permettere una deglutizione “sicura” (Accornero et al, 2001).

Il codificare una terminologia comune, ovvero sapere definire con esattezza a cosa corrisponde - in termini qualitativi -, una determinata consistenza, costituisce una premessa fondamentale per una gestione corretta del paziente con disfagia.

  • Relatori

    Dott. Massimo Spadola Bisetti (1) - Dott. Carlo Pedrolli (2) (1) Foniatria, Audiologo e Otorinolaringoiatra - A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino. (2) Responsabile SS Dietetica e Nutrizione Clinica - Ospedale S. Chiara, Trento.